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Per chiarezza Nile non è un "filosofo", non indaga (almeno professionalmente) sul pensiero dell'uomo, non lo ordina e non lo chiarisce ad altre persone. C'è però una forte analogia tra il filosofo e questo sito, nel senso che anche in questo sito si ha l'intento di ordinare la fotografia e illustrarla a chi interessa. I miei primi interlocutori (amici e qualche navigatore) mi hanno chiesto a che serva, qui, il testo. Ho risposto:"Niente...per chi non è interessato... molto per chi lo è". Proprio così... a chi non interessa il testo, guarda le foto e si accontenta. Gli altri saranno attratti anche dalle parole.
A sentire quei pochi... tutti, hanno letto e ognuno ha pensato che, pochi, saranno quelli che leggeranno. Vi prego miei cari visitatori, anche se noi tutti destiniamo poco tempo agli altri perché pensiamo che solo il nostro tempo sia prezioso, se arriverete a leggere questa riga, qui, dovreste, a questo punto, inviarmi anche una email: nile@nile.it scrivendo:"io ci sono arrivato" e avrete tutta la mia gratitudine.

Oltrepassato questo scoglio non troverete più ostacoli alle lettura, qualunque essa sia... piacevole o spiacevole, condivisa o non...

nile

 

 


IL MESSAGGIO (I)
(estratto da: GRAFICA PER SAPERNE DI PIU' - Perché anche la grafica e computer-grafica)

In apertura nile promise di presentare un sito di

"informazione e cultura dell'immagine"
in particolare quella di moda. In onore alla promessa definisce ora il concetto di immagine e il meccanismo psicologico di trasferimento dell'informazione di cui l'immagine è strumento.
Separiamo fin dall'inizio due concetti fondamentali: "forma" e "contenuto". Il primo è l'elemento materiale o elettronico con i quali è prodotta l'immagine, mentre il "contenuto" è ciò che la "forma" significa e vuole suscitare nel lettore. "Contenuto" e "forma" compongono l'immagine; un connubio tra pensiero e materia che l'uomo ha chiamato "arte". L'immagine quando lo merita è arte visiva. Il concetto si amplia a tutte le forme di arte. Tralasciamo qui il limite di arte-non arte. Approfondiamo invece un altro fondamentale processo che riguarda l'immagine e tante altre forme d'arte.
Come l'uomo comunica con l'uomo?... attraverso i suoi cinque sensi: vista, udito, gusto, tatto e olfatto.
Nel processo psicologico intervengono due attori: l'informatore o "creatore" del" contenuto" (concept) e il "bersaglio" o lettore del "messaggio". Il primo è attivo in quanto propone il suo pensiero, il secondo lo recepisce ed è passivo, se lo accetta acriticamente, senza aggiungere nulla al suo sapere, è attivo se l'informazione è elaborata, catalogata e riposta nella sua conoscenza. Se i soggetti sono vicini il messaggio è diretto... se sono lontani?... cosa facciamo?... è semplice. Cosa facciamo per informare una persona "lontana"? Mandiamo una cartolina, un libro, una rivista, un quotidiano (vista), uno spot televisivo (vista e udito); un disco un tempo un "cd" ora, un nastro magnetico (udito); un cibo precotto, in scatola, insaccato, "conservato" (gusto); una pezza di tessuto, di cuoio, gomma siliconica, caucciù (tatto); un profumo, una scatola di smog, un po' di aria di montagna (olfatto). Abbiamo fatto un elenco di "forme" e "formati" i concetti dei quali saranno illustrati in "IL MESSAGGIO (II). Caratteristiche peculiari:
- essere facilmente trasportabili: dalla cartolina... via postale, allo spot... via satellite;
- il trasporto è un servizio a pagamento dell'industria.
Per semplicità rapportatevi alla pubblicità alla quale siete tanto avvezzi. Detto ciò torniamo alla nostra immagine... che cos'è dunque? E' l'artifizio con il quale un uomo comunica in lontananza con un altro uomo attraverso il senso della vista. Ora possiamo comprendere come l'intero processo avvenga.
Il "creatore" compone la realtà da comunicare: il "contenuto". Lo materializza attraverso la manipolazione di una "forma" che può essere inviata lontano, verso chi deve ricevere: il "bersaglio.
L'incontro tra la "forma" e il cervello del lettore ricrea il "contenuto" del messaggio e l'informazione raggiunge il "bersaglio".

L'oggetto e il fine della comunicazione
Ciò che l'uomo comunica, sempre ed esclusivamente, è il proprio stato d'animo, i suoi affetti (pensate cosa succede quando chi manda il messaggio vuole imbrogliare!). Sembra inverosimile, assurdo e limitante, ma l'uomo quando comunica... comunica sé stesso ed l'oggetto della comunicazione. Paradosso: se un uomo volesse comunicare "un'altra persona", starebbe zitto. Dite che non é vero?...é vero... é vero! Di fatto, quando un uomo parla di un altro (come vorreste sostenere) ha di tale persona già fatto una interpretazione ed è questa che comunica... cioè quello che lui pensa, sente dentro di se.
Il fine di tutto questo è la riproduzione del proprio stato d'animo, il suo affetto, nella persona con la quale vuole comunicare, il "bersaglio".
Io sono felice, anche l'altro lo é; io piango.. anche l'altro; io odio, rido, amo... anche l'altro... tranne il caso in cui si voglia imbrogliare... cioè inviare messaggi falsi e far credere che siano veri. Purtroppo questo "caso" rappresenta quasi la totalità della realtà. Qui si impianta il meccanismo negativo della pubblicità (ce ne sono anche di buoni). Da qui la propaganda, il razzismo, lo sfruttamento, la schiavitù psicologica dei popoli nella globalizzazione del mondo.
Ora è anche troppo se, com'è vero, abbiamo cominciato dal... perché la grafica e il computer in questo sito. Torniamo ai nostri problemi più umani.

Quindi la "comunicazione" ha per oggetto il "creatore" e per fine la sua riproduzione nell'anima del "bersaglio", ovvero rendere l'altro più simile a lui. Ciò si realizza attraverso la condivisione della conoscenza o consapevolezza: io sono chi condivide con me... e... io non sono chi non condivide la mia conoscenza. Questo e uno dei grandi mali della specie umana. Per non annullarmi... rifiuto l'altrui conoscenza.

Se ciò che è scritto... è vero (o si sostenga il contrario) come si potrebbe scindere l'immagine nei tre principali macro-componenti: foto, grafica e testo?
Nell'epoca del computer, nella quale si può molto, in bene e in male, rispetto al recente passato, si tende a inserire nell'immagine (con il concetto qui espresso) anche il suono, coinvolgendo oltre al senso della vista anche quello dell'udito; questa è la televisione e il computer. Ancora di più. Abbiamo avuto comunicazione che in America (ah... l'America) vendono "odori" da mettere sopra il computer, quando si guardano certi programmi. E' la dimostrazione inconfutabile di quanto si sostiene. Ogni novità coinvolge sempre più chi riceve il messaggio, tanto da voler coinvolgere anche un terzo senso: l'olfatto. Per i due che rimangono: tatto e gusto, in analogia, non ci manca molto: basta comprare. Così si esaurirà l'accanimento dei mas-media consumistici sugli schiavi del terzo millennio. A questo punto lo schiavo potrebbe anche "morire d'acquisto".

(...perché anche la grafica...) Questi componenti sono così interdipendenti che considerati separatamente andrebbero a modificare profondamente l'interpretazione della comunicazione. Il messaggio fotografico, letto fuori dal contesto assumerebbe un altro significato. Questo è il concetto sul quale si basa la divisione strategica del presente sito-web: fotografia singola e in serie, grafica e computer-grafica, filosofia (come questa), e lavoro.

Ecco che cos'è veramente l'immagine: è la interpretazione della realtà e la traduzione della fantasia in immagini mediante manipolazione di una "forma".


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